Perché modello analitico e trattamenti integrati?

Occorrono moltissimi punti di vista teorici per dare un quadro approssimativo della multiformità della psiche. (…) Né la psiche né il mondo possono essere ingabbiati in una teoria.

Jung

L’esperienza di molti anni di lavoro ci ha portato a constatare l’indiscutibile accelerazione di efficacia apportata alla cura e alla gestione clinica dei casi complessi, dai trattamenti integrati e dal lavoro in team con colleghi che si accordano una fiducia reciproca e condividono uno stesso metodo. L’ equipe -o team- comprende figure professionali diverse e colleghi psicoterapeuti con modelli teorici differenti uniti dall’interesse per le persone che hanno in cura per cui si sforzano di pensare progetti terapeutici il più possibile mirati con obiettivi terapeutici chiari. Per la cura delle sintomatologie alimentari -e di tutte quelle sintomatologie psicologiche che si esprimono attraverso sintomi somatici- l’equipe deve necessariamente essere multidisciplinare, comprendere ovvero il nutrizionista e medici di specialità diverse (come lo psichiatra, l’endocrinologo, il gastroenterologo etc.). Seppur con evidenze minime, ciò che noi riscontriamo da anni risulta anche scientificamente supportato: una maggior efficacia in termini di mantenimento della remissione sintomatica nel lungo termine, dalla applicazione di trattamenti di taglio analitico ai trattamenti multidisciplinari integrati.

Presupposto per questo tipo di lavoro è la presenza di un gruppo di lavoro coeso, in cui tutti i componenti della rete di cura multidisciplinare, anche non analisti, abbiano conoscenze psicodinamiche e siano stati disposti a farsi contaminare dai meccanismi di difesa del sistema curato, a reggere alternativamente ruoli terapeutici più difficili e tollerare le proiezioni d’ombra che questi comportano, per ricomporle nella mente gruppale e restituirle gradualmente alla persona o al sistema in cura.

Con le parole di Marta Scoppetta: “ho voluto creare uno studio dedicato all’applicazione del modello analitico ai trattamenti integrati perché personalmente ho faticato a conciliare la mia anima di psichiatra affezionata ai trattamenti integrati ed ai protocolli di cura basati sull’evidenza con quella di analista ed altrettanto, se non più, ho faticato a trasmettere a colleghi spesso diffidenti l’accelerazione di efficacia che l’accostamento delle due formazioni consegue.. spero con il progetto di questo studio di riuscire a trasmettere ad un maggior numero di colleghi la possibilità di prenderci cura dei nostri pazienti, rimanendo all’interno delle cornici teoriche di riferimento delle linee guida, ma mettendo insieme quegli aspetti delle formazioni psicodinamiche, ed in particolare della specificità junghiana, così preziosi nella cura di queste sintomatologie con strumenti altrettanto utili appartenenti alla Medicina e ad altre scuole di pensiero psicologico.” 


Una delle slides storiche di Marta Scoppetta